GoLove
Sui social si cerca l’amore e si trova la noia: swipe infiniti, bio identiche, conversazioni che si spengono dopo un saluto.
Poi arriva GoLove.ai, e l’amore digitale cambia linguaggio.
All’apparenza, è un’app di incontri classica. Ma i suoi profili non appartengono a persone reali — sono figure create dall’intelligenza artificiale.
Conosci «Alice», la gotica ironica e misteriosa. «Sofia», la latina luminosa e sicura di sé. Due personalità virtuali, due esperienze autentiche.
Ogni dialogo è calibrato dal sistema per adattarsi al tono e all’emozione dell’utente. Non è un chatbot, è un attore algoritmico: empatico, reattivo, sorprendentemente umano.
La versione gratuita offre un assaggio intrigante. Il piano premium apre tutto: risposte immediate, immagini su misura, interazioni più intime e narrative.
Ogni conversazione diventa una scena; ogni frase, un piccolo esperimento emotivo.
GoLove.ai non sostituisce l’incontro. Lo reinterpreta.
È la prova che il desiderio, nell’era digitale, non si spegne — evolve.
E forse, proprio grazie alle macchine, torna a sembrare reale.



